“Servitore di due padroni”. Le sculture di Lucio Fontana al Cinema Arlecchino di Milano (1948).
L’articolo analizza l’insieme delle plastiche ceramiche e in “falsa ceramica” realizzato da Fontana per il Cinema Arlecchino di Milano progettato dagli architetti Roberto Menghi e Mario Righini nel 1948. Le vicende che hanno portato alla realizzazione del sistema decorativo (oggi dislocato presso la Fondazione Prada, Milano e in collezioni private) oltre a trarre da un ingiusto oblio l’intervento considerato “decorativo”, appunto, evidenziano come gli artisti siano stati chiamati, insieme agli architetti e agli intellettuali, a fare da motore alla rinascita delle città italiane dell’immediato dopoguerra e come Fontana, tra gli altri, abbia avviato collaborazioni, come nel caso della sala cinematografica, con professionisti di spicco della scena milanese. Inoltre permette di focalizzarsi su una fase cruciale della carriera dell’artista, parallelamente impegnato nei “proclami” astrattisti, ma concentrato, nel caso dell’ambiente pubblico destinato a distratti spettatori, su una rappresentazione ancora realistica.